Il riutilizzo dell’acqua nell’industria è un tema importante e attuale, in quanto la gestione sostenibile delle risorse idriche è fondamentale per affrontare le sfide legate alla disponibilità limitata di acqua e alla crescente consapevolezza della necessità di preservare questa risorsa preziosa. Qualunque sia il settore, manifatturiero, high-tech, chimico-farmaceutico o tessile, l’approvvigionamento idrico sostenibile è ora riconosciuto come assolutamente fondamentale per il business.

Ogni tipo di industria, salvo rarissime eccezioni, non può prescindere dall’utilizzo dell’acqua. Si tratta di uno dei fattori primari a fianco di energia, materia prima/semilavorato da trasformare e competenze del personale, che assume sempre più dignità e rango.

Nonostante l’importanza dell’acqua per l’industria, è essenziale trovare un equilibrio sostenibile nell’uso di questa risorsa preziosa. La crescente preoccupazione riguardo alla scarsità di acqua pulita e all’aumento della domanda idrica richiede che l’industria adotti pratiche di gestione dell’acqua più efficienti, come il riutilizzo delle acque reflue, il riciclo dell’acqua e l’adozione di tecnologie più sostenibili. Questo consentirà alle aziende di continuare a utilizzare l’acqua per le loro attività senza sovraccaricare le risorse idriche e contribuendo alla tutela dell’ambiente.

Quale sarebbe l’approccio corretto per la gestione integrata del ciclo idrico di una utenza industriale?

Un’efficace gestione integrata del ciclo idrico nell’industria richiede un approccio olistico e multidisciplinare, coinvolgendo personale di diverse competenze e livelli decisionali. È un investimento a lungo termine che porterà benefici non solo all’azienda stessa, ma anche all’ambiente e alla comunità in cui opera.

L’approccio parte dai bilanci di materia e di energia, in quanto da un lato l’acqua è spesso un vettore di energia e dall’altro tutti i sistemi/processi di trattamento dell’acqua impiegano energia.

Esso si muove da una considerazione preliminare:

Più pregiata è la fonte idrica, tanto minore sarà lo sforzo necessario per trasformarla in acqua adatta all’uso industriale. Ad esempio, una sorgente di montagna potrebbe essere utilizzata in modo molto più agevole che l’acqua di mare e/o un fiume limaccioso.

Di contro, più pregiata è la fonte idrica, maggiore sarà la competizione per l’uso della stessa: in vari casi l’industria sceglie di utilizzare fonti meno pregiate, accollandosi l’onere di un maggiore sforzo di trattamento, ottenendo una maggiore “resilienza”, cioè minori rischi di impatti sul business dovuti a scarsità idrica.

Si deve tenere presente che ogni industria necessita di:

  • Prelevare l’acqua dalle fonti (falde, corsi d’acqua superficiali, acque da riuso, acqua salmastra o di mare);
  • Utilizzare solamente una parte di quanto prelevato dalla fonte prescelta: si tratta di pretrattare l’acqua per eliminare/ridurre solidi, sali disciolti, organico ecc;
  • Trasferire dall’acqua differenti sostanze (organico, sali, metalli etc.) risultato delle lavorazioni industriali in cui interviene: quindi, ogni acqua di scarico industriale è differente e deve essere trattata in modo appropriato per rimuovere certe sostanze e non altre, prima di restituirla ai corsi idrici e/o al mare;
  • Considerare se e quanto questi trattamenti dovuti, sia prima che dopo l’uso dell’acqua in produzione, generino dei sottoprodotti; si tratta di fanghi, concentrati, altri rifiuti che comportano un ulteriore impegno di gestione e smaltimento nel rispetto delle normative e nell’ottica di minimizzazione dei costi.

Una volta analizzate e risolte le esigenze di base, il passo successivo in ottica di economia circolare e sostenibilità è quello del riutilizzo delle acque reflue, sia in uscita da un impiego specifico che al termine del ciclo di depurazione, come fonte alternativa a quelle primarie; anche in questo caso l’approccio corretto è quello del bilancio di materia e di energia, fondamentale per determinare se/come il riutilizzo sia sostenibile o se, all’opposto, per riutilizzare l’acqua si consumino risorse che potrebbero essere destinate ad altro utilizzo più sostenibile. 

Casi studi reali: efficientamento idrico nel settore tessile e nel settore food

Prendendo ad esempio due tra i settori che maggiormente necessitano di risorse idriche per le loro produzioni, il tessile e l’alimentare, vediamo come un corretto riutilizzo delle acque reflue è possibile e consigliato.

Nel settore tessile il principale beneficio è la possibilità di riutilizzare la risorsa trattata – non più conferita nelle acque nere – nel ciclo produttivo, tenendo conto che i trattamenti dell’acqua possono differire a seconda delle sostanze di cui devono essere ripulite e che gli standard minimi di qualità da raggiungere per il riutilizzo sono stabiliti per legge.

Anche nel settore alimentare le acque reflue possono essere reimpiegate nel processo produttivo, anche se non possono venire in contatto diretto con gli alimenti. Le moderne tecnologie consentono di raggiungere un’ottima qualità dell’acqua dopo il trattamento, richiesta nell’industria alimentare per ogni tipologia di reimpiego.

In particolare, nel settore alimentare, possono esserci diverse opportunità di riduzione dei consumi, elencate di seguito:

  • l’installazione di un sistema di monitoraggio dei consumi idrici,
  • la sostituzione di un gruppo frigorifero, precedentemente raffreddato con acqua di pozzo, con un nuovo gruppo frigorifero raffreddato ad aria;
  • riutilizzo, ai fini di raffreddamento di processo, dell’acqua di scarto dell’impianto a osmosi inversa, precedentemente scaricata al depuratore;
  • installazione di pistole performanti per lavaggio reparti, con possibilità di regolazione pressione e tipo di getto;
  • piano di formazione e sensibilizzazione del personale ad un miglior uso della risorsa idrica, attraverso la modifica di comportamenti ed una maggior attenzione agli sprechi;
  • monitoraggio periodico dei KPI idrici per verificare il beneficio degli interventi e le eventuali derive di processo.

Come in ogni ambito della sostenibilità ambientale, si tratta di consolidare una nuova mentalità dove ciò che è giusto per l’ambiente è anche utile, una concreta fonte di sviluppo economico, affinchè non si abbiano più sprechi, ma solo risorse.

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Aiutiamo le imprese a migliorare la gestione delle acque

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